martedì 2 febbraio 2010

La festa delle luci.






















La storia: La Candelora è celebrata nella tradizione pagana e neopagana, ed alcuni studiosi rilevano come si tratti di una festività introdotta appunto in sostituzione di una preesistente. Chiamata Imbolc nella tradizione celtica, che segnava il passaggio tra l’inverno e la primavera ovvero tra il momento di massimo buio e freddo e quello di risveglio della luce. Anticamente questa festa veniva celebrata il 14 febbraio (40 giorni dopo l'Epifania), il rito di purificazione del Lucernare, di cui parla Egeria "Si accendono tutte le lampade e i ceri, facendo così una luce grandissima" (Itinerarium 24, 4), con le antiche fiaccolate rituali che si facevano nei Lupercali festività romana che si celebrava nei giorni nefasti di metà febbraio, mese purificatorio in onore del dio Fauno nella sua accezione di Lupercus, cioè protettore del bestiame ovino e caprino dall'attacco dei lupi. Dopo il sacrificio di capre (si ignora se una o più di una, se di genere maschile o femminile) e, pare, di un cane (i Luperci sono "quelli che cacciano i lupi"), i due nuovi adepti venivano segnati sulla fronte intingendo il coltello sacrificale nel sangue delle capre appena sacrificate. Il sangue veniva quindi asciugato con della lana bianca intinta nel latte di capra, al che i due ragazzi dovevano ridere. Questa cerimonia è stata interpretata come un atto di morte e rinascita rituale, nel quale la "segnatura" con il coltello insanguinato rappresenta la morte della precedente condizione "profana", mentre la pulitura con il latte (nutrimento del neonato) e la risata rappresentano invece la rinascita alla nuova condizione sacerdotale. Venivano poi fatte loro indossare le pelli delle capre sacrificate, dalle quali venivano tagliate delle strisce, le februa o amiculum Iunonis, da usare come fruste. Dopo un pasto abbondante, tutti i luperci, compresi i due nuovi iniziati, dovevano poi correre intorno al colle saltando e colpendo con queste fruste sia il suolo per favorirne la fertilità sia chiunque incontrassero, ed in particolare le donne, le quali per ottenere la fecondità in origine offrivano volontariamente il ventre, ma al tempo di Giovenale ai colpi di frusta tendevano semplicemente le palme delle mani. In questa seconda parte della festa i luperci erano essi stessi contemporaneamente capri e lupi: erano capri quando infondevano la fertilità dell'animale (considerato sessualmente potente) alla terra e alle donne attraverso la frusta, mentre erano lupi nel loro percorso intorno al Palatino. La corsa intorno al colle doveva essere intesa come un invisibile recinto magico creato dagli scongiuri dei pastori primitivi a protezione delle loro greggi dall'attacco dei lupi; la stessa offerta del capro avrebbe dovuto placare la fama dei lupi assalitori. Tale pratica inoltre non doveva essere stata limitata al solo Palatino ma in epoca pre-urbana doveva essere stata comune a tutte le località della zona, ovunque si fosse praticato l'allevamento ovino. C'è incertezza sull'etimologia delle parole Lupercalia, Luperci e Lupercus, anche se la base è sicuramente costituita dalla parola lupus ("lupo") Questi rituali venivano celebrati nella grotta detta Lupercale, situata sul Colle Palatino dove, secondo la leggenda, i fondatori di Roma, Romolo e Remo, sarebbero cresciuti allattati da una lupa. Proprio riguardo alla februatio (cfr. Ovidio, I Fasti 2, 19-24, 31-32ss [Gli antenati romani dissero Februe le espiazioni: e ancora molti indizi confermano tal senso della parola. I pontefici chiedono al re e al flamine le lane che nella lingua degli antichi erano dette februe. Nel mondo romano la Dea Februa (Giunone) veniva celebrata alle calende di febbraio (nel calendario romano i mesi seguivano il ciclo della luna. Il primo giorno di ogni mese corrispondeva al novilunio (luna nuova) ed era chiamato “calende”, da cui deriva il nome “calendario”). Nel neopaganesimo Imbolc è uno degli otto sabba principali ed è legato alla purificazione ed ai riti propiziatori per la fertilità della terra Gli ingredienti purificatori, il farro tostato e i granelli di sale, che il littore prende nelle case prestabilite, si dicono anch'essi februe. Da ciò il nome del mese, perché i Luperci con strisce di cuoio percorrono tutta la città, e ciò considerano rito di purificazione. Durante il suo episcopato (tra il 492 e il 496 d.C.), il patriarca di Roma Gelasio ottenne dal Senato l'abolizione dei Lupercali ai quali fu sostituita nella devozione popolare la festa appunto della Candelora. Nel VI secolo la ricorrenza fu anticipata da Giustiniano al 2 febbraio, data in cui si festeggia ancora oggi. Questo periodo della Ruota dell’Anno comincia con la festa di Candelora - Imbolc e termina con l’arrivo della primavera segnato dalle festività legate all’Equinozio, a Oestara e alla Pasqua cattolica, festività che vanno dalle equinoziali del 21 di marzo alle pasquali che possono oscillare fino a fine aprile.E’ un momento importante nella vita contadina, un momento di marca, di demarcazione del tempo, del clima e delle stagioni.Situato tra il Solstizio d’Inverno e l’Equinozio, in una posizione che potremmo indicare con il Nord – Est in una immaginaria ruota delle corrispondenze, è associabile agli elementi Terra e Aria che vengono rappresentati dal clima freddo ancora persistente e dai primi venti che allontanano le perturbazioni consentendo al bel tempo di risorgere.
Associandolo al ciclo lunare, potremmo legarlo alla luna appena in crescita, appena dopo il novilunio ma che non è ancora al suo primo quarto.E’ quindi un tempo legato alla rinascita, ma una rinascita che non è ancora né presente né manifesta.






IL RITO: occorre: Una candela bianca, una candela verde ed una coppa di latte.
Prima di tutto, l'officiante deve creare intorno a sè un'atmosfera pulita e limpida, come area di lavoro, ad esempio con la visualizzazione di un vento, gentile all'inizio, che cresce fino a brezza decisa, che spazza la stanza dalla polvere rimuovendo ogni negativita'.Questo va accompagnato da un lavoro psichico su se stessi per lasciare fuori dalla cerimonia rancori, negativita' invidie, etc. A questo punto, si crea un cerchio protettivo intorno a quest'area cosi' nessuno disturbera'. Tutto questo viene fatto in silenzio, ed e' solo lavoro psichico, senza invocazioni. La formula rituale: "Io creo cosi' uno spazio sacro, In un giorno che non e' un giorno, in un posto che non e' un posto, Oggi e' un giorno che non e' un giorno, Tutti i rancori e i dolori, adesso lontani, Cosi' tutto qui sara' giusto e onesto, Questo e' un posto di magia, amore e fecondita'." Si medita qualche momento su cosa e' cambiato nell'atmosfera intorno, percepito il cambiamento si cerca di interiorizzarlo per ottenere la"centratura". Una volta centrati, riflettere sul significato della Candelora, la grande ruota dell'anno che ruota ancora una volta, l'intera umanita' che ruota con essa, in un gigantesco mutare che non e' sotto il nostro controllo, ma di cui facciamo parte. Si cerca di visualizzare la Dea, una donna splendente, all'inizio della gravidanza, circondata da luci di candele, come tante piccole stelle. E' giovane, feconda, florida e' feconda, e quindi Donna vera in carne, piena di promesse e di entusiasmo ed allo stesso tempo, Ella non e' una persona, in senso stretto: essa e' l'onnipresente profondita' della percezione della Natura, del Mondo Intero. E' anche chiamata Gaia, madre di tutte le cose, portatrice della primavera e della rinascita. A questo punto, Ella sara' presente. Si accende la candela Bianca e si dice qualcosa come:
"L'inverno e' stato lungo, e nelle nostre case siamo stati insieme in felicita'.Nell'inverno noi abbiamo scoperto la gioia della casa e della terra, e il piacere di una vita semplice.Attraverso l'inverno , Dea, tu hai dormito, una meravogliosa, Bianca Dea, che ci ha rinfrescato come tu ci rinfreschi ogni mattina (anche il mattino e' la rinascita della luce dalle tenebre della notte: tutto e' un ciclo) .Dea, noi ti ringraziamo per essere tornata."
Si prende la candela Bianca e si accende con essa la candela Verde.A questo punto, si spegne la candela Bianca e si dice: "Ma quando la ruota gira, tu rinasci e ritorni tra noi.Tu sei parte di quel ciclo.Il Bianco cede il posto al verde, e la nuova vita torna a fiorire.Nel tuo amore, ci dai questi regali di nuova vita e doni noi a loro, cosi' che possiamo goderne.Dea, noi ti ringraziamo." Si beve parte del latte, pensando al significato della festa e a quello che hai detto su di essa. Quando si è raggiunto uno stato di pienezza spirituale, riguardo il significato della Candelora , si dice: "Come sta venendo la stagione della vita, Madre, io chiedo a te nuova vita in me" Una volta che la gran parte del latte e' stato bevuto, si rovescia il resto su terra fertile mentre si benedice la fertilita' della Dea e della Terra, ringraziandola per questo.
A questo punto, ci si inginocchia e si centra in qualche minuto di silenzio il significato di cio' che è stato detto. Quindi si chiude il rito aprendo il cerchio.

1 commento:

  1. molto piu' che esaudiente ....come sempre...buona luce a te ...neytiri

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se sei passato qui non è a caso; forse sei capitato per leggere qualcosa o per dirmi qualcosa: certo il perchè -sebbene al momento sia incomprensibile- in qualche modo è certamente importante per entrambi, quindi, non te ne andare senza aver lasciato una piccola orma del tuo passaggio