sabato 20 febbraio 2010

testa di moro



L'altra sera, mentre guardavo in tv il film "il Profumo" (cui devo riconoscere al regista il raro pregio di aver saputo rispecchiare pienamente ciò che il libro è riuscito a suscitare)e -contrariamente a quanto solitamente accade- proprio in virtù del fatto di aver letto il libro,devo dire che sono riuscita maggiormente ad apprezzare, mi sono soofermata con rinnovato interesse sulle varie procedure alchemiche quali la tecnica di distillazione ed estrazione degli oli essenziali e/o dell'essenza dei profumi, ovvero di quell'elisir o anima degli odori, delle essenze per l'appunto, e sull'oscuro significato di "testa di moro" che ha avuto un peso arcaico (ed arcano)davvero enorme per me, tale da doverlo analizzare ancora ora,dopo anni e anni. Probabilmente é proprio racchiuso tutto lì quel quid che mi ha fatto innamorare del grande capolavoro di Suskin in modo da renderlo il testo fondamentale della mia lunga vita di lettrice. Forse proprio perchè dentro c'è nascosta la famosa "testa di moro" e ci voleva il film per rendermelo ancora più manifesto.
Ma che cos'è la "testa di moro"? Sono andata a verificarlo a bomba...secondo opportune ricerche, distillare significa concentrare la componente alcolica ed aromatica di un liquido già alcoolico, ottenuto da cereali, frutti, fiori e piante. Tale concentrazione avviene attraverso l'evaporazione e la successiva condensazione dei principi volatili alcolici ed aromatici. L'evaporazione mediante il calore dei principi volatili, ha luogo in uno strumento chiamato caldaia. La condensazione dei vapori alcolici ed aromatici, avviene mediante refrigerazione attraverso uno strumento chiamato "refrigerante", collegato alla caldaia da un elemento denominato "collo di cigno". Lo strumento che consente la concentrazione dei vapori alcolici ed aromatici, composto di cal¬daia, capitello, collo di cigno e refrigerante, prende nome di alambicco. Con la distillazione si tende, dunque, a separare le sostanze volatili da altre non volatili e da elementi volatili non desiderati. Al concetto di distillazione non vanno disgiunti quelli di deflemmazione e rettificazione. La deflemmazione è l'operazione con cui si eliminano le impurità, originando una concentrazione alcoolica più pura. In sintesi è il susseguirsi di distillazioni di un liquido sempre più concentrato, ricavato da successive condensazioni. Negli alambicchi discontinui una prima deflemmazione è svolta dal collo di cigno, mentre, nelle colonne di distillazione continua, la deflemmazione avviene su piatti posti ad altezze diverse all'interno della colonna.
I primi vapori alcolici, ricchi d'acqua, si condensano sulle pareti più fredde del distillatore e ritornano nella caldaia dove riprendono ad evaporare. In questo modo i vapori più leggeri e più ricchi d'alcool passano dal collo di cigno al serpentino e condensano, mentre i vapori più pesanti ritornano in caldaia. Nella distillazione continua i vapori si concentrano sui piatti ad altezze differenti della colonna. Molti alambicchi, per procedere ad una più razionale deflemmazione, sono attrezzati con un deflemmatore vero e proprio, collocato all'uscita del collo di cigno e sopra il refrigerante. In questo caso, per rimandare i vapori alcolici più pesanti in cal¬daia, il collo di cigno non è inclinato verso il refrigerante ma verso la caldaia. La rettificazione è una pratica resa necessaria dal fatto che i liquidi da distillare non sono composti solo da acqua e alcol, ma anche da altri prodotti. Per escludere le componenti non necessarie dal cuore si compie la rettificazione. Questa consiste nell'eli-minare le prime e le ultime frazioni del distillato, per tenere solo la parte centrale o cuore. La prima frazione chiamata testa, evapora prima del cuore. L'ultima parte, detta coda o fuselol evapora per ultima. Tale separazione, considerando che le varie componenti evaporano a temperature diverse, non è mai esatta. Per questo nel cuore del distillato in piccole percentuali sono presenti gli estremi delle teste e gli inizi delle code. Varietà degli alambicchi: Lo strumento che rende possibile la distillazione si chiama alambicco. L'alambicco discontinuo o artigianale può essere:
- a fuoco diretto: se il liquido da portare ad ebollizione è all'interno della caldaia e questa è posta a contatto diretto con la sorgente di calore;
- a bagnomaria: se la caldaia è immersa in un altro contenitore e il liquido contenuto è riscaldato da acqua che passa nell'intercapedine tra caldaia e contenitore;
- a vapore: quando il vapore, ottenuto da un bollitore esterno, è fatto passare nell'interca¬pedine tra la caldaia principale e la caldaia secondaria;
- sottovuoto: questo impianto, situato prima del condensatore, aspira l'aria e la spinge all'e¬sterno dell'alambicco. L'eliminazione dell'aria crea il vuoto e la conseguente eliminazione della pressione consente di raggiungere l'evaporazione delle componenti aromatiche a temperature inferiori. In questo modo si dovrebbero ottenere acquaviti più fini e dal quadro aromatico più complesso.
Descrizione di un alambicco discontinuo: L'alambicco, nella sua forma più semplice, è composto di: caldaia, coperchio, deflemmatore, collettore, refrigerante, e da una provetta di saggio al cui interno galleggia un alcolometro. La caldaia ha forma semisferica ed è costruita in rame, il metallo che conduce meglio il calo¬re. Se la caldaia è a fuoco diretto, può essere scaldata da un fornello alimentato a gas. Altrimenti a scaldare il liquido da distillare saranno il vapore o particolari oli minerali fatti circolare nell'intercape¬dine o camicia della caldaia. Sopra la caldaia, chiuso ermeticamente, o attraverso dei morsetti, s'inserisce il coperchio, chia¬mato anche elmo, testa di moro o capitello. L'elmo serve a convogliare i vapori alcolici verso il collettore. Il collo di cigno, o collettore, si inclina verso il basso, e restringendosi si raccorda con un altro tubo attraverso il quale i vapori raggiungono il serpentino immerso nel refrigerante, un contenitore cilindrico pieno d'acqua fredda. Il coperchio, oltre a convogliare i vapori alcolici, ha funzione di deflemmatore. Sul coperchio sono inseriti un manometro, per misurare la pressione della caldaia, e una valvola di sicurezza che consente lo sfogo dalla caldaia dell'eventuale pressione in eccesso. Come si avvia la distillazione- La distillazione si avvia dopo un'accurata pulizia dell'alambicco e dopo aver controllato il cor¬retto funzionamento d'ogni sua parte. Il ciclo produttivo ha inizio dopo aver caricato e chiuso ermeticamente la caldaia. Si accen¬de il fornello, e si lascia in funzione fino a quando il tubo d'uscita comincia a scaldarsi, quando il tubo è caldo si riduce il fuoco. Bisogna prestare attenzione all'acqua del refrigerante e sostituirla o rigenerarla quando questa diventa troppo calda, introducendo acqua fredda dalla parte bassa del refrigerante. L'acqua che a mano a mano si riscalda, uscirà dalla parte superiore del refrigerante. Nella distillazione artigianale ha grande importanza il taglio delle teste e delle code, così da rica¬vare solo la parte di distillato più aromatica, il cuore. Tagliare le teste significa separare, e tenere da parte, la prima frazione del distillato. Generalmente occorrono almeno due cotte poichè è nel corso della seconda cotta che vengono eliminate le teste e le code.
Ed ecco come avviene dunque un processo alchemico- Alchimia e spagirica- I principi alchemici - L’arte alchemica prevede una varietà di processi di distillazione e modi di modificare gli stati di aggregazione. È quindi possibile sublimare le sostanze solide in gas o in liquidi utilizzando il calore di un alambicco (per es. essenze metalliche). L’alchimia non si limita ad un’unica realtà ma cerca di scomporre le sostanze nei loro principi per riassociarli poi di nuovo. Possono essere erbe o legno, metalli, sangue o quello che si vuole.Ecco alcuni principi di base per la produzione di medicinali spagirici.
Secondo il pensiero alchemico, ogni materia è composta dagli stessi tre principi filosofici, qui di seguito descritti.

Lo zolfo è l’anima, la coscienza, il principio del fuoco, attivo e ardente Per produrre un elisir spagirico a base di piante, che abbia tutte le sue proprietà, dobbiamo per prima cosa isolare l’anima della pianta.Il metodo della distillazione si presta molto bene, tanto che conviene rispettare i principi della distillazione degli oli essenziali. L’anima della pianta è composta di oli essenziali che si ottengono semplicemente con la distillazone e si separano poi dall’acqua. L’olio essenziale è l’anima della pianta!

Il mercurio simboleggia il principio vitale, lo spirito, il principio volatile, eterico e passivo.Per conservare lo spirito vitale di una pianta, dobbiamo mischiare e fermentare insieme il liquido vegetale acquoso rimasto dalla distillazione con i resti delle piante nella caldaia. Le indicazioni relative alla “Distillazione alcolica" dovrebbero già essere note. Adesso ci servono proprio le indicazioni sulla preparazione della purea di frutta.Si consiglia di usare un grande pallone di vetro e di far fermentare il tutto con un po’ di lievito da vino. Nel recipiente di fermentazione ci sono adesso i quattro elementi: le piante con lo zucchero danno l’elemento Terra, l’elemento Aria è dato dai gas, il Fuoco risulta dal calore generato dalla fermentazione e il liquido rappresenta l’Acqua.
Al centro dei quattro elementi si produce ora l’alcol, che però non equivale a nessuno di loro, ma rappresenta il nostro mercurio. Il principio vitale si materializza condensandosi sotto forma di alcol, da cui deriva anche il nome Aqua Vitae (acquavite). L’alcol deve essere adesso distillato e concentrato, ossia pulito dall’eccesso d’acqua, fino a che rimane solo l’acqua pura della vita.

Il sale rappresenta il tangibile, il corpo, la materia nel vero senso della parola e si ottiene dai resti delle piante. Adesso non si dovrebbe usare l’alambicco ma piuttosto un pentolino.Si versano i resti vegetali nel pentolino che poi si mette a fuoco lento e costante, fino a che tutto è bruciato e carbonizzato. Adesso si procede con la calcinazione che in termini alchemici (albedo?)significa “sbiancare”. La calcinazione si ottiene lasciando il pentolino sul fuoco fino a quando non resta solo cenere. Il pentolino non deve diventare troppo caldo perché a 800° il sale contenuto nel materiale vegetale si può fondere. È quindi preferibile aspettare a lungo e scaldare con calma invece di sbrigarsi regolando il fuoco troppo alto. A poco a poco i resti delle piante si trasformano in cenere bianca. Quando il colore smette di schiarirsi allora la calcinazione è conclusa.

Adesso bisogna separare i sali solubili da quelli insolubili. Per questo aggiungiamo acqua distillata (riscaldata e distillata in proprio) in quantità pari al triplo della cenere e la versiamo sopra la cenere.Mischiamo bene il tutto e alla fine il sale si è sciolto nell’acqua. Non resta che filtrare l’acqua. Per ottenere tutti i sali, aggiungere e mischiare più volte l’acqua distillata alla cenere e poi filtrare (filtri di carta?). Il filtrato si aggiunge ogni volta al liquido già filtrato, e alla fine i sali non solubili in acqua che rimangono si trovano nel filtro.
I sali solubili in acqua sono tutti sciolti nell’acqua, mettendo il liquido in una pentola a fuoco lento l’acqua evaporerà e alla fine resteranno solo i sali. Se i sali non sono completamente bianchi vuol dire che la calcinazione non è durata abbastanza.

Elisir vegetali integrali. Se si ricompongono gli elementi delle piante scomposte in questo modo, vale a dire se si versa lo zolfo sul sale e alla fine si aggiunge il mercurio, si ottiene la pianta completamente trasformata, si raggiunge l’estratto. Ovviamente si possono produrre seguendo i principi alchemici anche essenze, tinture e piante mineralizzate.

Ma torniamo alla mia -direi- meravigliosa "testa di moro" che era elemento principe del mio sogno ricorrente di bambina (dalla prima alla quinta elementare anno in cui morì mia madre) ed ora so che mi indicava con fermezza incessante ed impeccabile il percorso per la via alchemica. Ogni notte, puntualmente, sognavo di dover scavalcare la testa mozzata di un uomo di colore posta sullo zerbino di casa e, immancabilmente, per andare a scuola col mio grembiulino candido e inamidato, tutte le mattine ero obbligata, anche se con estrema repulsione e paura, a scavalcarla. Ho dovuto imparare, giorno dopo giorno, a superare le varie prove: l'orrore per la vista del sangue e di quella testa, per giunta appartenente all'"uomo nero" (figura che, da che mondo è mondo, viene culturalmente riportata in tutte le storie popolari proprio per spaventare i bambini occidentali). Solo adesso sono in grado di associare a quella testa il significato simbolico del bafometto e della testa di moro dell'alambicco dove si raccoglie l'essenza più pura dell'essere attraverso il processo alchemico simbolicamente parlando anche di un'esistenza travagliata dalle prove e raffinata dalle grandi sofferenze o prove della vita che raffinano e separano bene i vari strati dell'anima dello spirito e del corpo dal più pesanta al più etereo pur conservandone il nucleo centrale raffinato al massim di ciascuno o la matrice di ognuno che è la nostra estrema e più totale essenza.

2 commenti:

  1. pure io ho letto ..e ho visto il film.. concordo che il regista e' riuscito perfettamente a rendere l'emozione del libro....tu poiiiiiiiiiiiiiiiii hai fatto un'ottima ricerca...il che mi ha dato un grande piacere perche' alcune cose ( direi la maggior parte) le ignoravo...mi complimento come del resto faccio sempre nel leggere i tuoi post...sono per altro complimenti sinceri e meritati...un bacio immenso Neityri

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  2. è una vita che inseguo questa parola,alchimia, da piccola in un sogno, poi con un libro e ora sopravvive, in un mondo onirico e fumoso, ai disincanti della vita di tutti i giorni, poi mi trovo davanti parole come queste,lascio un segno, cosa che non faccio mai.
    Grazie
    Eneri

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se sei passato qui non è a caso; forse sei capitato per leggere qualcosa o per dirmi qualcosa: certo il perchè -sebbene al momento sia incomprensibile- in qualche modo è certamente importante per entrambi, quindi, non te ne andare senza aver lasciato una piccola orma del tuo passaggio